Preferisci la meta o il cammino?

Le cose della vita per avvenire devono essere prepaparate, devi dare il tempo che avvengano, devono avvicinarsi per accadere. Prepari un discorso per notti intere, senti avvicinarsi il momento di esporlo, hai l'ansia, la preoccupazione, "oddio, mi si seccherà la bocca", ma è più la voglia di svuotare il sacco. Guardi una gara di F1, tifando per Felipe, con la speranza che possa vincere, aspetti in ansia che tagli ste benedetto traguardo. Prepari per mesi una vacanza con la voglia matta che arrivi. Tante le situazioni paragonabili.
Eppure mai come in questo momento sto pensando a questa cosa: godermi il cammino. L'ansia di avere, di raggiungere, di ottenere, mi fa dimenticare spesso la bellezza del mentre.
Oddio, a ben guardare, la gestazione della mia tesi potrebbe essere un bel manifesto di questo mio pensiero, talmente lungo è stato il mentre e così breve ma intenso il dunque.
Eppure se ci penso, la preparazione di una vacanza è talmente bella, perchè carica di entusiasmo, voglia di fare. Godersi la corsa di Felipe, la straordinaria partenza, le curve, i rari sorpassi. Quando finiscono senti un po' di malinconia.
Quindi io sono del partito di quelli che alla meta preferiscono di un briciolo il cammino, quasi a volerlo prolungare ancora un poco, se possibile. La fatica, l'avvicinarsi alla meta va goduto, assaporato perchè è il buono.
Quindi a tutti noi che abbiamo in mente grandi traguardi, non dimentichiamo di goderceli adesso che hanno la forma di speranza, desiderio, sogno. Una volta divenuti realtà saranno veramente belli solo se avremo saputo assaporare il loro lento avvicinarsi.

3 opinioni:

Moni ha detto...

Sarei bugiarda se dicessi che preferisco il cammino: sono troppo impaziente. Ma non nego che, una volta arrivata alla meta, se non avessi fatto un buon cammino, nemmeno me ne accorgerei di dove sono arrivata.

Aloha Tribe ha detto...

Io sono di natura una persona che freme dall'ansia di vedere il risultato. In ogni caso, ho cominciato ad impostare le cose in maniera diversa proprio perchè ho visto che il cammino è forse più importante, in certi termini, della meta. Di conseguenza, per esempio, nel mio ultimo viaggio, quello negli USA, abbiamo dato più importanza alla strada che a dove arrivavamo. Infatti, è stato più il tempo passato on the road che il resto, soprattutto nei primi 15 giorni passati fra parchi, distese e gli immensi spazi americani. La strada, specialmente in America, è un concetto che va oltre le corsie di un'autostrada, ma include la gente che incontri, la vita, i volti, le esperienze e le emozioni. Incontri una richezza che poi porterai sempre dentro di te. Lo stesso dovrebbe avvenire nella nostra vita. Sentire l'incanto di ogni istante che, purtroppo, il nostro attuale stile di vita sta uccidendo

Claudio ha detto...

Io sicuramente preferisco il cammino alla meta, credo che sia importante il percorso ma sopprattutto preferisco la partenza l'inzio dove tutto è ancora da organizzare.